18 dicembre 2013

Allergia al natale



E' una giornata ormai svuotata di significato religioso, non è nemmeno più una festa pagana, rimane solo l'inutile farsa consumistica.

Il natale religioso non mi interessa e mi limito semplicemente ad ignorarlo, mentre la ricorrenza commercial-buonista… quella davvero la odio! Non posso limitarmi ad ignorare quella giornata, perché già da novembre invade la vita con le luci, gli addobbi e le pubblicità di panettoni e mano a mano che i giorni passano, la semplice indifferenza si tramuta in repulsione e odio per questa apoteosi di sperpero camuffata con i lustrini rossi.
Il natale è la massima espressione del consumismo che avvelena i nostri tempi: devi spendere, sei un consumatore quindi devi consumare e in questo periodo lo devi fare ancora più del solito; non a caso per questa ricorrenza è stata concepita tutta una serie di inutili oggetti, addobbi e cianfrusaglie varie per adempiere al proprio dovere.
Come se ciò non bastasse si deve anche assistere al festival del buonismo con le assillanti pubblicità delle famiglie perfette tutte panettoni e cocacola (è risaputo che Babbo natale altro non è che una bottiglietta di cocacola vestita da anziano) e gli immancabili film polpettoni con lieto fine assicurato che vengono proposti in questo periodo.

Ma la cosa che più mi infastidisce è l’atteggiamento di certe persone (soprattutto in ambito lavorativo) che ti ignorano per tutto l’anno e poi a dicembre sentono l’impellente necessità di farti gli auguri ogni volta che ti incontrano, pronunciando la fatidica frase: “Se non ci vediamo più ti faccio gli auguri”. E allora?!? Se non ci consideriamo per tutto l’anno farà lo stesso anche se non ci vediamo più prima di natale. Quel “più” poi… mi inquieta, mi fa venire voglia di fare gli scongiuri e rispondere: “Se non ci vediamo più speriamo sia per colpa tua”.



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